E’ impresa ardua ricostruire il passato, unire cocci persi per sempre. E’ impresa ardua dividere storia e leggende, specie quando non c’è nulla di scritto. Di bocca in bocca, di secolo in secolo, gli eventi si colorano di particolari, sfumature impercettibili, frutto della voglia di tramandare qualcosa di sé. Così il filo che sublima la storia a leggenda diviene sottilissimo. Esistono tante storie e leggende che raccontano la nascita dello stile Mi Zong Quan o Yang Ging Quan o Ying Ching Quan. Personaggi, più o meno reali, si intrecciano con eventi storici ed epici combattimenti. Tra i diversi sistemi appartenenti al kung fu tradizionale, lo stile Mi Zong è tra i più oscuri e affascinanti. Probabilmente ciò è dovuto anche al nome che si porta dietro: Mi Zong Quan , letteralmente “ l’arte di far perdere le tracce” o “Boxe segreta”. Le leggende sulle origini del Mi Zong sono diverse, tuttavia, nel seguente articolo, verranno prese in considerazione solo quelle più famose e con fonti più attendibili. Tra le prime versioni che narrano l’origine dello stile, c’è quella di un monaco Shaolin, che si trovò ad osservare, un giorno , un gruppo di scimmie che giocavano tra loro, inseguendosi l’un l’altra. Il monaco, impressionato dai movimenti repentini e imprevedibili delle scimmie, ritornò al tempio codificando il suo stile e dando origine così allo stile Mi Zong.
Un’altra versione racconta di un famoso maestro di nome Yang Ging, che essendosi unito ai ribelli di Liangshan e dovendo scappare dalle guardie imperiali, durante una tempesta di neve, per far perdere le proprie tracce camminava all’indietro, mentre con le mani copriva le impronte. Da qui nacque il nome “l’arte di fare perdere le tracce”. Esiste , tuttavia, un’altra versione che ha come protagonista Ying Ging. Questa narra di un maestro di nome Lu Junyi (o Loo Tsun Yzo), un ex allievo del monastero Shaolin. Lu Junyi era famoso in tutta la regione di Hebei , per le sue straordinarie capacità nelle tecniche di palmo. Comprensibilmente la sua fama attirava tantissima gente, che chiedeva di poter imparare il suo stile. Lu rifiutava sistematicamente. Il maestro Lu Junyi vinse diversi combattimenti con praticanti di diversi stili, ma nonostante la sua fama avesse raggiunto anche le regioni circostanti, resisteva la sua ferrea volontà di non insegnare il suo kung fu. Un giorno, però, mentre si trovava nei suoi poderi (si dice che Lu fosse di nobili origini), rimase colpito da un giovane servo che si allenava per conto suo. Il servo si chiamava Yang Ging, e Lu Junyi rimase talmente sorpreso e meravigliato dal talento marziale del giovane, che decise di accettarlo come suo allievo.
Yang ging studiò per diversi anni con il maestro Lu, ma , ben presto, gli eventi storico – politici fecero di lui un ribelle. Divenne uno dei 108 leggendari eroi della “battaglia di Liang Shan”, combattuta contro l’esercito imperiale. Yang Ging, per non compromettere e coinvolgere il suo maestro, decise, così, di chiamare il suo stile “Yang Ging Quan”. Egli dovette , così , condurre gran parte della sua vita ricercato dalle guardie imperiali, e il suo stile fù , così , bandito dall’impero. Yang Ging ,non venne mai preso dalle guardie imperiali, e questo soprannominò lo stile “ l’arte di far perdere le tracce”. Esistono, ancora oggi, diverse zone dello Shantung dove lo stile Mi Zong viene chiamato Yang Ging Quan ,in onore dell’eroe Yang Ging.
Anche se apparentemente le origini del Mi Zong appaiono confuse e frammentarie, e lo stile si divide in diverse branche, esistono, tuttavia, dei personaggi a cui tutti fanno riferimento.
Il primo di questi è il maestro Sun Tong, della provincia dello Shantung. Il maestro Sun visse nell’epoca della dinastia Ching. Egli studiò il kung fu sotto la tutela del maestro Zhang, per una decina di anni. Sun raggiunse un buon livello di pratica, soprattutto nel lavoro di gambe. Da tutti fu saprannominato “Sun Tie Tui” o “Sun dalle gambe di ferro”. Il maestro Zhang decise, così, che era arrivato il momento per Sun di viaggiare e fare esperienza altrove, per perfezionare il suo kung fu. Sun Tong dovette viaggiare e fare esperienza, con diversi maestri, per diversi anni, prima di fare ritorno dal maestro Zhang.
Si racconta che Sun Tong, di ritorno dai suoi viaggi, trovò solo sua figlia Zhan Yulian a casa del maestro. Questa incuriosità dai viaggi di Sun e dal livello di pratica acquisito, volle mettere alla prova l’allievo di suo padre. Sun rifiutò, ma la ragazza iniziò a combattere. Egli cercò più volte di difendersi, ma nonostante ciò, la uccise accidentalmente. Sun Tong sconvoltò dall’accaduto non ebbe più il coraggio di rivedere il suo maestro, e fu così che si ritirò nella contea di Cangxian a trasmettere il suo kung fu ai suoi ultimi allievi. Sun Tong ebbe cinque allievi fondamentali a cui riconobbe la discendenza del suo stile: il monaco Zhi Yuan, Chen Wan Shan, Su Jia Yuan, Lu Gang Chui e Huo Xuwu. Da qui Tante sono le storie che si sono protratte ai giorni nostri sull’evoluzione dello stile Mi Zong , ma in particolar modo uno dei discendenti di Huo Xuwu, viene ancora ricordato con grande rispetto e ammirazione. Il suo nome era Huo Yuan Jia (personaggio da cui sono stati tratti due famosi film: “Dalla Cina con furore” con Bruce Lee , “First of legend” e “Fearless” con Jet Li), maestro che seppe unire umiltà e altruismo , abilità e coraggio. Fu il fondatore della Ching Woo Association di Shanghai, prima scuola di kung fu cinese a racchiudere in sé diversi maestri di differenti stili (Mi Zong, Tong Long, Tai Chi Chuan, Ba Gua …) e ad unire arte, cultura e arti marziali.
Ma questa è un’altra storia!
Nonostante la mancanza di notizie storiche precise e la frammentazione dei discendenti, lo stile Mi Zong Quan mantiene le caratteristiche e i principi che lo hanno contraddistinto nella sua storia. Confondere il proprio avversario con movimenti rapidi e diretti, o sinuosi e avvolgenti, sono parte dei principi chiave del sistema. Le tecniche di gamba (Tan Tui), tipiche degli stili del nord, vengono utilizzate con rapidità di esecuzione in combinazione con le rapide e flessibili tecniche di braccia. Non bisogna dimenticare che il sistema Mi Zong, soprattutto nelle forme più avanzate, tende ad utilizzare sempre più quelle componenti di movimento e respirazione, tipiche dei sistemi interni. E’ per questo che la sua classificazione come sistema esterno o interno è alquanto superficiale.
Sifu Gianni de Nittis