La Scuola che vorrei è un luogo dove poter apprendere, praticare e vivere ogni giorno il valore autentico, antico e grandemente pedagogico del Kung Fu tradizionale cinese. Ma cos è il Kung Fu tradizionale cinese? Innanzitutto la parola Kung Fu significa “duro lavoro”. Il Kung Fu tradizionale è una disciplina evolutiva apportatrice di un più elevato livello di coscienza o consapevolezza e una vera e propria arte, depositaria di oltre 5.000 anni di storia e tradizioni del Popolo Cinese.
Il Kung Fu è un cammino spirituale e il suo ideale è la realizzazione della virtù, dell’armonia e dell’amore, disciplinando mente e corpo, specialmente la mente, si arriva a perfezionare il carattere e la personalità. Il Kung Fu è un processo di autosviluppo, un’arte e una disciplina altamente evolutiva su tutti i piani dell’essere: fisico, mentale, emozionale e spirituale. Il Kung Fu è una disciplina aperta ad ogni persona che aspiri ad unire il Qi dell’Universo (Macrocosmo) con il Qi dell’individuo (Microcosmo). Per tutti i membri dell’umanità può essere la “Via” (Tao) per raggiungere la liberazione, l’armonia e la pace con gli altri esseri viventi. Il Kung Fu tradizionale cinese è stato descritto come la “madre originaria” di tutte le arti marziali e l’arte marziale che unisce assieme il giovane e il vecchio, il ragazzo inesperto e l’uomo maturo. Trascendendo le differenze di età o sesso, bambini, adulti, uomini e donne praticano e si incoraggiano l’un l’altro nell’allenamento. Ogni gruppo di età praticando il Kung Fu ha la sua propria Via (Tao) per raggiungere l’unità Qi- Mente-Corpo, ma tutti devono mescolarsi con gli altri ed imparare vicendevolmente in totale condivisione. Nell’atmosfera dell’allenamento, priva di distinzioni di età o sesso, il mutuo rispetto e la comunicazione aumentano. I bambini aspirano a raggiungere il livello dei giovani, i giovani ad emulare la padronanza del Qi degli adulti, e gli adulti rispettano la sensibilità e i fluidi movimenti degli anziani. E’ anche vero il contrario: i più anziani sono stimolati dal vigore degli uomini maturi, questi assorbono l’energia dei giovani, e i giovani ricordano ancora la mentalità del principiante dei bambini, aperta e piena di stimoli e di concentrazione.
In conclusione, il Kung Fu tradizionale cinese sembra avere una profondità ed un’ampiezza raramente riscontrabili in altre discipline marziali. Questo è il risultato dell’enfasi posta dai vari fondatori di stili esterni (Wai Chia) e stili interni (Nei Chia) e dei vari Maestri succedutisi di generazione in generazione negli oltre 5.000 anni che hanno caratterizzato la storia del popolo Cinese.
Oggi, vivendo ormai in un periodo di pace relativa, lo scopo di ogni praticante non è più quello di sviluppare una capacità marziale fine a se stessa, ma quella di acquisire un’attitudine di “Virtù marziale” (Wu De), dedicando se stessi alla costante pratica quotidiana, tenendo sempre ben fissa nella mente la priorità della virtù, dell’armonia, della condivisione e del rispetto dell’individuo e della Natura e la comunione con essa per fondere il proprio Qi individuale (microcosmo) con il Qi dell’Universo (macrocosmo). Secondo la Medicina Tradizionale Cinese infatti l’Uomo è la risultante dell’energia immutabile del Cielo e dell’energia dinamica della Terra, le tre forze naturali (San Cai) presenti nell’Universo sono infatti: Tian Qi (Qi del Cielo), Di Qi (Qi della Terra) e Ren Qi (Qi dell’Uomo).
Nella Scuola che vorrei non vi è forza bruta, non vi è violenza, ma la coltivazione del Qi, attraverso l’allenamento dell’unione mente-corpo, che potrà portare alla sicurezza, all’autoconoscenza e ad un senso di autocontrollo su se stessi e sulla propria vita. La Scuola che vorrei rigetta tutte le forme di violenza, giustificate o ingiustificate, il solo scopo primario è infatti quello di salvaguardare e rispettare la vita.
I cancelli della Scuola che vorrei sono aperti a persone di ogni età, classe, sesso, nazionalità o razza. In totale assenza di discriminazioni e settarismi. Nella Scuola che vorrei l’individualità di tutti viene rispettata e la forza di ogni allievo viene sviluppata e coltivata.
Nella Scuola che vorrei l’etichetta è un aspetto importante della pratica per tutti gli allievi di Kung Fu tradizionale. Il cerimoniale è insegnato e praticato fedelmente fin dall’antichità: mutuo rispetto, considerazione degli altri, pulizia morale, ricerca della virtù, non viene forzato negli allievi con indottrinamenti o manuali, ma è la conseguenza naturale dell’imparare correttamente a disciplinare e controllare se stessi per acquisire forza interiore ed aiutare i deboli. Attraverso un “duro lavoro”, questo come già detto il significato della parola Kung Fu, fatto di intensi allenamenti e combattimenti, lunghe meditazioni ed introspezioni per arrivare a svelare le nostre debolezze più intime e conoscere il “vero nemico”: quello che è dentro di noi.
Nella Scuola che vorrei il corpo eretto del Maestro e degli allievi è legato ad una mente ed uno spirito ugualmente retti. La Scuola che vorrei rappresenta tutto questo e molto di più.. La Scuola che vorrei è un luogo meraviglioso dove avvengono cose incredibili: dove anche persone “diversamente abili” (come non vedenti o persone sulla carrozzina) possono migliorarsi e rinforzare il proprio corpo-mente-spirito con pratiche come la meditazione Chan, il Qi Gong, e praticare addirittura, se lo desiderano, un vero e proprio stile da combattimento esterno o interno, assistiti prontamente dagli allievi avanzati e sempre sotto la supervisione del Maestro, secondo un preciso e collaudato programma studiato da lui appositamente. Il tutto normalmente e alla pari con gli altri allievi “normalmente abili”.
Nella Scuola che vorrei regna l’altruismo, la gentilezza e la generosità. Ogni allievo della Scuola, a partire dagli allievi più avanzati fino ad arrivare a quelli più giovani, pratica il “dono” del volontariato verso gli altri compagni. Una sorta di “banca del tempo” dove ognuno mette a disposizione un po’ di quello che ha: tempo o esperienza, il tutto liberamente e secondo le proprie possibilità. Questa è un’azione di pura gratuità in cui non ci si aspetta nulla, poiché la soddisfazione è insita nel dono stesso. Aiuta chi lo riceve ed arricchisce enormemente chi lo fa, perché si mette in discussione, inoltre arricchisce positivamente tutta la Scuola. Pertanto gli allievi più avanzati dedicano parte del loro tempo gratuitamente agli allievi più giovani. Il tutto con la semplicità tipica di chi ha ben compreso che nell’Universo infinito tutto è collegato e compenetrato, pertanto lavorando sugli altri noi lavoriamo anche su noi stessi e viceversa.
Alcuni detti del passato recitano infatti così: “gratuitamente hai ricevuto, gratuitamente dona”, “donare per ricevere e ricevere per poter donare”, “essere come l’albero che non tiene nulla per se, ma che dona tutto ai suoi frutti”, “tutto ciò che non viene donato và perduto”. Il tutto nella consapevolezza che nella Scuola vi è un unico Maestro, in cinese Shifu: che è anche “un padre e una guida”, mentre tutti gli altri sono umili allievi, fra di loro compagni e fratelli. Nella Scuola che vorrei il rapporto fra Maestro ed allievo dura tutta la vita, ed è fondato sull’autorità di colui che sa e l’umiltà di colui che impara. Il discepolo ha quindi un debito verso il Maestro, che lo ha elevato dalla condizione di ignoranza, alla perfezione dell’eternità e della conoscenza. Nella Scuola che vorrei allievo e Maestro hanno cura l’uno dell’altro e condividono lo stesso cammino virtuoso e gli stessi ideali elevati per tutta la vita.
Nella Scuola che vorrei il Maestro corregge lo studente per il suo bene, per autentico affetto, non opera per ottenere una ricompensa. La cura che offre è totalmente gratuita, interamente volta allo sviluppo della personalità dell’allievo, secondo le sue tendenze naturali. Il Maestro desidera offrire all’allievo il benessere più elevato, che consiste nel porlo al più alto livello coscienziale, vuole farlo ascendere in modo che si liberi dai condizionamenti della sua struttura psicofisica. Così il Maestro più che un “tecnico”, è il più grande benefattore, è un vero e proprio “educatore”, visto che non si limita a insegnare all’allievo ad armonizzare il corpo e la mente, ma anche a trascenderli per entrare nel mondo dello Spirito.
Nella Scuola che vorrei l’allievo o “discepolo” è colui che accetta di seguire la disciplina impartita dal Maestro, allo scopo di correggere le impostazioni errate della propria vita e sviluppare le proprie potenzialità fisiche, marziali, mentali e spirituali latenti. L’allievo della Scuola che vorrei si riconosce per la sua umiltà e fin dall’inizio del suo rapporto di apprendimento, deve imparare a mostrare il proprio rispetto al Maestro e agli altri allievi. Una persona diventa umile quando sente di avere un assoluto bisogno della conoscenza del suo Maestro e si dispone come un “recipiente vuoto” davanti a lui, pronto per essere riempito. La disciplina infatti, per essere appresa, necessita dell’umiltà e chi non è pronto a mostrarla, non viene accettato come studente e allievo nella Scuola che vorrei.
Nella Scuola che vorrei lo “spirito guerriero” non va esercitato solo verso l’esterno, ma soprattutto per vincere i sei nemici interiori: la lussuria, la collera, l’avidità, l’invidia, la paura e l’illusione. Ricordando che ogni abilità acquisita è un dono del Maestro e dei Maestri prima di lui che in lui rivivono, i discepoli devono amare e servire premurosamente il loro Maestro, rispettandolo.
Con umiltà devono porre domande rilevanti al Maestro, senza mai tentare di istruirlo. Non devono impartire insegnamenti o accettare allievi a loro volta, senza il permesso del Maestro. Il discepolo della Scuola che vorrei deve sempre ricordare che lui stesso rappresenta un esempio per gli altri ed è dunque suo dovere diventare “più umile di un filo d’erba, più tollerante di un albero”, senza pretendere rispetto per se stesso, ma offrendo ogni rispetto agli altri.
L’allievo che si forma nella Scuola che vorrei sviluppa un’intelligenza non solo analitica e speculativa ma anche sintetica e pratica, sviluppando inoltre una forte predisposizione verso l’organizzare e il favorire la vita sociale e la collaborazione all’interno della Scuola. La Scuola che vorrei è un’oasi di Amore, di Gioia e di Pace in grado di fornire a tutti coloro che lo desiderano un po’ d’acqua, un po’ d’ombra e un po’ di ristoro.
Per tutti coloro che sono impegnati nel lungo cammino di risveglio verso la Verità che è la vita, attraversando lo sconfinato deserto di valori morali ed umani rappresentato dalla decadente società di oggi, in cui i “media” celebrano l’ignoranza, il vizio, la mediocrità e modelli diseducativi.
La Scuola che vorrei rappresenta l’evoluzione di tutte le scuole mai esistite prima, qualcosa di migliorativo ed innovativo.. Un centro di discipline evolutive così come nell’antichità in India, in Cina, in Tibet, in Cambogia, ecc. dove uomini e donne costruivano templi e donavano poi terre e denari a queste istituzioni. Creando templi di rara bellezza che divennero centri di devozione, poesia, musica, danza, scrittura, redistribuzione economica, ed erano fonte di grande prestigio per i loro frequentatori e per i loro patroni. Molti erano anche centri d’arte, di arti marziali, oltre che, secondo molti studiosi, di astronomia e medicina. Luoghi in cui veniva insegnato e custodito gelosamente, spesso segretamente, un sapere molto elevato ed antico. Trasmesso oralmente da Maestro ad allievo solo a pochissimi prescelti e predestinati, con spiccate doti innate, sia fisiche che morali che spirituali. Individui virtuosi e meritevoli di accedere ed apprendere un sapere antico e segreto, da custodire, proteggere e divulgare a suo tempo. Di generazione in generazione, segretamente e senza fare scalpore.. come è giusto che sia.
La Scuola che vorrei è un progetto infinitamente grande, virtuoso ed elevato, proprio per questo degno di essere aiutato e protetto dai piani spirituali superiori, oggi più che mai impegnati a sostenere tutti coloro che hanno scelto di essere Luce e di brillare più che mai per dissolvere definitivamente quelle tenebre che oggi sembrano dilagare. Una vera e propria impresa mai pensata o osata prima. Estremamente innovativa proprio perché fedele alla più autentica ed antica tradizione. In ogni epoca infatti il vero innovatore è colui che si rifà fedelmente alla tradizione, poiché le mode cambiano e passano ma le cose autentiche rimangono in eterno.
Una Scuola completamente nuova: una strada nuova, sicura ed efficace per attraversare un deserto fino ad oggi considerato impossibile da attraversare o per scalare una montagna fino ad oggi considerata impossibile da scalare.
Ecco la Scuola che vorrei.. Un centro didattico degno di essere visitato, studiato ed imitato da altre strutture didattiche nazionali ed internazionali. Un nuovo faro di salvezza da seguire, un nuovo punto di riferimento pedagogico. Nella Scuola che vorrei il tesoro più prezioso e di inestimabile valore è rappresentato dalla grande schiera di bambini. I bambini di oggi, infatti, saranno i Maestri di domani. Da essi dipenderà il futuro della Scuola. Essi sono coloro che guideranno, in vari campi della società, l’umanità del futuro. Come sarà l’orizzonte del futuro che tracceremo dipenderà in gran misura dai valori virtuosi che riusciremo oggi ad inculcare in loro e dall’esempio positivo che riusciremo a dar loro. Nella Scuola che vorrei l’antica arte marziale del Kung Fu tradizionale cinese viene insegnata ai bambini secondo un complesso ed innovativo programma didattico, che si avvale anche delle più moderne tecnologie multimediali, ideato accuratamente e collaudato in lunghi anni di esperienza dal Maestro e con la collaborazione di un valente staff di allievi avanzati da lui accuratamente selezionati e formati. Si comincia con un “Baby” Kung Fu per i piccoli di 3 anni: un mix di salti e giochi in cui vengono introdotti alcuni concetti della disciplina sotto forma di favola. Per esempio, spiegando che il nostro corpo ha un’energia speciale. Poi dai 6 anni in su, via libera al Kung Fu vero e proprio: le posizioni base, le forme e le tecniche di combattimento a mani nude e con le armi, il tutto in un ambiente valido e sicuro in cui i bambini ricevono attenzioni individuali in base ai loro bisogni e alle loro abilità. I benefici ovviamente non mancano: si migliora la concentrazione, l’elasticità e la postura, si tonificano i muscoli e si sviluppano la respirazione, la coordinazione e l’equilibrio. In più, si imparano le regole di questa arte, ovvero rispettare l’avversario e dosare le proprie forze. Due insegnamenti fondamentali, non solo all’interno della Scuola.
La Scuola che vorrei è un luogo in cui il punto focale della questione risiede in ogni singolo allievo, che abbandonando egocentrismi o iniziative individuali impara ad avere un comportamento in armonia con un più alto modello di condotta. “Così come il seme deve spaccarsi per portare molto frutto”. Nella fondazione e nello sviluppo della Scuola che vorrei Shifu, il Maestro, adotta la pedagogia della sinergia che significa: cooperazione, collaborazione, condivisione. Così come i Grandi Illuminati dell’umanità del passato come Buddha e Cristo si circondavano di discepoli ed apostoli, nella Scuola che vorrei il Maestro si avvale di collaboratori fidati nello svolgimento della sua missione. Il Maestro infatti dona l’esempio non facendo tutto da solo, ma appoggiandosi a persone fidate che condividono le sue fatiche e le sue responsabilità. Tutto questo coinvolge personalmente ogni singolo allievo che gratuitamente ed incondizionatamente si presta a questa missione, secondo le sue capacità e le possibilità di tempo, migliorando grandemente su tutti i piani: marziale, mentale e spirituale ed imparando a distruggere “il vero nemico”, quello dentro di sé, oltre alla bramosia di vivere sempre e soltanto per se stessi.
Nella Scuola che vorrei ogni allievo ha la possibilità di studiare e praticare vari stili, esterni ed interni. Alcuni prefissati nel programma didattico della Scuola, altri scelti appositamente dal Maestro per ogni singolo allievo, scelti su misura secondo le caratteristiche individuali dell’allievo. Questo è un momento molto bello e privato che riguarda soltanto il Maestro e l’allievo prescelto, unendoli maggiormente, in cui uno stile viene scelto, come e quando il Maestro ritiene più opportuno, come “premio” per l’allievo dimostratosi marzialmente ed eticamente valente ed affidabile, solitamente dopo qualche anno di pratica assidua e di“volontariato” nella Scuola. Conoscere vari stili di combattimento e l’utilizzo di varie armi tradizionali conferisce infatti in caso di un conflitto la certezza dell’invincibilità. Così come nel gioco della pietra, della forbice e della carta: la pietra spezza la forbice, la forbice taglia la carta e la carta avvolge la pietra. Allo stesso modo essere una sola di queste cose è come saper praticare un solo stile, avendo quindi al massimo il 50% delle possibilità di vittoria e il 50% di possibilità di sconfitta. Mentre invece saper essere ciascuna di queste cose è come saper praticare vari stili: utilizzando la cosa giusta al momento giusto l’allievo avrà sempre la possibilità di essere vittorioso in ogni conflitto. Inoltre, una preparazione di questo genere permette di mantenere una mente libera, non condizionata da un solo stile, avendo la possibilità di utilizzare varie tecniche, varie armi e varie strategie tattiche.
La Scuola che vorrei è sempre in cerca di persone di tutte le età che vogliano dedicare un po’ del loro tempo a se stessi e anche al prossimo, partecipando ad attività sempre nuove ed interessanti che coinvolgono tutto il gruppo dei suoi frequentatori: dai praticanti, ai genitori dei praticanti e ai loro familiari se lo desiderano. La Scuola che vorrei è infatti una grande Famiglia, così come dovrebbe esserlo anche la società e l’umanità intera. Per chi pensa di non essere in grado, che sia difficile o rischioso, la Scuola che vorrei offre la possibilità di provare per capire che tutti possono essere d’aiuto: basta volerlo. E per un progetto così elevato, virtuoso ed anche ambizioso.. più sono le persone che partecipano, più sono le cose che si possono proporre e migliore il servizio che si può offrire ad ogni singolo allievo e a vantaggio di tutti! Pertanto, il grande valore pedagogico che ne scaturisce si rifà ai più grandi Maestri ed illuminati dell’antichità come ad esempio Platone, Socrate, Lao Tze, Confucio, Buddha, Gesù. Ognuno dei quali affermava che bisogna tornare alla Virtù e all’Equilibrio. La Virtù consiste nel totale dominio di se stessi, dei propri istinti egoistici e nell’approfondire il senso di solidarietà verso gli altri. Solo così è possibile raggiungere l’armonia con l’Universo che è appunto Verità, Compassione e Tolleranza. Solo così è possibile raggiungere l’armonia con se stessi, provando compassione per tutti gli esseri viventi, trasmettendo la conoscenza a coloro che ne sono meritevoli e divenendo individui migliori: più impegnati nella vita sociale, nel rispetto dell’ambiente e della natura in cui viviamo e da cui dipendiamo, per una società ed un’umanità migliori. La Scuola che vorrei mantiene un impegno attivo nella società, organizzando manifestazioni pubbliche in cui vengono mostrate le capacità marziali dei bambini e degli adulti, singolarmente o in gruppo, a mani nude o con le armi. Il tutto per divulgare e far conoscere l’infinita bellezza della storia, della filosofia e delle tecniche di un’arte millenaria, sicuramente degna di essere studiata e praticata o anche solo ammirata. Questo non per mettere in mostra tecniche ed abilità acquisite, ma bensì per raccogliere fondi da donare a poveri e bisognosi. A che serve infatti osservare la società di oggi e dire: “io però ho le mani pulite” se poi si tengono le mani in tasca. Il Mahatma Gandhi “la grande anima” ha detto: “Siate voi il cambiamento che volete portare in questo mondo”. Questa è la Scuola che vorrei.. Ma la Scuola che vorrei fortunatamente esiste già.. Ed è a Parma dal 1997. Si chiama WU WEI TRADITIONAL CHINESE KUNG FU ASSOCIATION, fondata e diretta sapientemente dall’autorevole Maestro Shifu Gianni de Nittis, discendente diretto di alcuni fra i maggiori Gran Maestri del panorama mondiale di Kung Fu Tradizionale Cinese e uno dei pochissimi occidentali accettato da loro come discepolo a “porte chiuse”, privilegio riservato ai pochissimi allievi capaci di dimostrare particolare valore etico e marziale. E tutto questo semplicemente e senza arroganza, con umiltà e determinazione, ma senza fare troppo “rumore”, come è giusto che sia, perché così è fin dall’antichità: “La Verità sta nel silenzio”, ed è accessibile solo a chi la cerca. La Scuola che vorrei è come un mandala: ossia quella forma geometrica concentrica e quello “spazio sacro” che rappresenta la nascita dell’Universo dal suo interno, in un eterno mutare ed evolversi da un mondo di sofferenza ad un Mondo di Felicità.
La Scuola che vorrei trasforma ed apre il “cuore” di tutti i suoi frequentatori e ne fà scaturire Amore, Gioia, Pace, Armonia, Bellezza, Virtù. Il Kung Fu insegnato nella Scuola che vorrei diviene quel “duro lavoro” in grado di creare individui migliori capaci di dare inizio ad un nuovo Rinascimento e ad un Nuovo Mondo fatto di Luce, Condivisione e Speranza. La schiera degli allievi della Scuola che vorrei è destinata a divenire sempre più numerosa e ogni singolo allievo dona l’esempio col proprio stile di vita di tutto quanto espresso sopra. La Scuola che vorrei rappresenta lo strumento e la “Via” (Tao) per realizzare tutte queste cose meravigliose e speriamo ancor di più, poiché il Kung Fu tradizionale cinese non ha limiti: “enorme e complesso come l’universo, vasto e profondo come l’oceano”. Qualcuno ha detto: “Il mondo è fatto di sogni, il mondo è fatto per i sognatori e tutti gli altri.. poveretti, ci vivono male. Segui sempre i tuoi sogni, poiché un Sogno è la metà di una realtà”. Per concludere, questo è il mio Sogno e questa è la Scuola che vorrei… Un luogo meraviglioso dove Cielo e Terra si uniscono e divengono un Tutt’Uno e dove Sogno e Realtà risplendono della stessa Luce!
A Shifu Gianni de Nittis ispiratore di queste parole..
Ai miei Maestri,
Compagni e Guide nel lungo cammino di Risveglio verso la Verità, la Tolleranza e la Compassione
Stelle lucenti che brillano nel Firmamento Infinito
Anelli preziosi della lunga Catena d’Oro dei Maestri
Che dall’antichità ad oggi irradiano con la loro Luce
I loro Allievi e tutta l’Umanità Con stima ed affetto infiniti,
Stefano Dallara
“Un vero Maestro,
non ha eventi da consegnare alla storia,
non fa della sua attività oggetto di lucro.
La sua è la più elevata delle Missioni poiché
la sua Vita, e la Vita dei Maestri prima di Lui, confluisce in altre Vite.
Uomini così sono la linfa vitale che alimenta
il tessuto intimo di una Scuola, della Società e dell’Umanità.
Essi sono i più alti Sacerdoti di un Tempio
e continueranno ad essere una Fiamma che arde
e una Forza Luminosa
che darà significato alla Vita di ogni Allievo. Grazie.”
Stefano Dallara