Chan Heung il Gran Maestro del Choy Lay Fut


 

da EnerTao, di Gianni de Nittis

Gli uomini saggi non muoiono mai, perché sanno vivere nelle cose, non cadono nell’oblio della dimenticanza, vivono nei meandri della storia. Il canto tramandato di bocca in bocca è portatore di valori, usi e costumi dei popoli antichi. Il maestro di kung fu che tramanda la sua arte è il poeta che canta degli antichi eroi. E’ un uomo che non muore, il suo essere imprigionato nei movimenti che egli stesso raggruppa, per creare la sua arte del combattimento. Egli plasma le istintualità, ricreando la perfezione del movimento come mezzo che conduce alla riscoperta dello spirito.

Il Gran Maestro Chan Heung puó essere ricordato non solo come colui che ha creato uno stile di kung fu, il Choy Lay Fut, ma anche e soprattutto come una delle espressioni piú complete dell’artista marziale. La sua fedeltá ai suoi maestri e la sua continua, incessante, ricerca della perfezione della sua arte ne sono un esempio. Chan Heung nasce nel 1806 nel piccolo villaggio di King Mui nella provincia del Kwantung. All’etá di circa 7 anni inizia lo studio del kung fu sotto la guida attenta di suo zio Chan Yuen Woo, che era stato a suo tempo un famoso combattente del tempio di Shaolin. Il giovane dimostra subito una spiccata predisposizione nell’arte del kung fu e non a caso, già all’età di 13-14 anni sconfisse diversi praticanti della sua regione. Il giovane Chan Heung si dimostra cosi sempre più impaziente nel suo desiderio di conoscenza del kung fu. Per questo Chan Yuen Woo capisce, avendo visto il grado di maestria raggiunta dal nipote, che ormai i suoi insegnamenti sono troppo limitati per lo spirito impetuoso del giovane. È così, allora, che lo zio manda il giovane Chan Heung, diciassettenne, ad allenarsi con Lay Yan San.

Chan Yuen Woo sa che Lay Yan San, uno dei migliori praticanti, suo ex compagno di studi al tempio di Shaolin, avrebbe potuto forgiare ulteriormente il giovane Chan Heung nell’arte del kung fu Shaolin. E di fatto per altri 4 anni Chan Heung si allena incessantemente sotto la guida attenta di Lay Yan San. Il potenziale del giovane supera ormai quello di Chan Yuen San e di Lay Yan San, ed è proprio quest’ultimo a consigliargli di raggiungere il monaco Saholin Choy Fook che vive in eremitaggio sul monte Lau Fu. Tuttavia trovare il monaco non è facile e per questo Chan Heung deve far ricorso a tutta la sua forza di volontà e al suo desiderio di conoscenza per riuscire nell’impresa. Alla fine, però, l’instancabile Chan Heung riesce a trovare il monaco, ma la reazione di questi non è promettente. Difatti quando presenta la lettera di presentazione scritta da Lay Yan San al monaco Choy Fook, questi la getta via dicendo al giovane che avrebbe potuto insegnargli solo i principi del buddismo e non la pratica del kung fu.

La reazione di Chan Heung è audace, decide di restare  col monaco, sperando che un giorno si decida ad insegnargli. Cosi inizia a studiare il buddismo con il monaco e ad allenarsi nel kung fu di nascosto. Una Mattina, mentre Chan Heung si stava allenando in un bosco di bambù a colpire pietre lanciate in aria prima che queste cadano a terra, appare all’improvviso il monaco Choy Fook che chiede al giovane di calciare un grande masso ad una distanza di almeno 4 metri. Chan Heung ci riesce, ma il monaco, senza alcuno sforzo apparente, rifà lo stesso esercizio lanciando la roccia ad una distanza quattro volte maggiore. Vista la straordinaria dimostrazione di forza , Chan Heung SI inginocchia davanti al monaco chiedendo di insegnargli il suo kung fu. Questa volta Choy Fook acconsente alla richiesta del giovane. Per otto anni Chan Heung si perfeziona con Choy Fook nello studio del kung fu e nei principi del buddismo. All’età di 29 anni torna nel suo paese natale (King Mu) e decide di insegnare il suo nuovo stile, nato dalla combinazione di tutte le sue esperienze in campo marziale. Per onorare i suoi tre maestri chiama il suo stile Choy Lay Fut, dove Choy sta per il monaco Choy Fook, Lay per Lay Yan San e Fut (Budda) per onorare suo zio e l’origine buddista dell’arte, che come disse lui stesso “mi fu tramandata da Shaolin”. Da allora il Choy Lay Fut diventa uno dei più popolari sistemi di combattimento in Cina, tanto da essere usato nella lotta contro i governi Qing e nella famosa Rivolta dei Boxer (1899-1900).

Le caratteristiche che lo portano ad essere uno degli stili più temuti al mondo sono innanzitutto la rapidità con cui viene portato il colpo e la sua efficacia nel combattimento. Si tratta di tecniche che ai rapidi spostamenti di gambe tipici del nord, uniscono i rapidi movimenti di braccia tipici degli stili del sud. Non a caso uno dei motti che si tramandano di questo stile è “muovi il bastone con la potenza sferzante della coda di drago. Estrai un podersoso pugno come la tigre maestosa solleva il suo corpo verso un intruso”. Il Choy Lay Fut racchiude in se lo spirito e la materialità di un’arte marziale. La sua storia è frammento di vita nel tempo, espressione di un momento storico. Così se l’arte del combattimento, in un primo tempo nasce dlla necessità di non soccembre in guerra, diviene poi applicazione di spiritualità e filosofia. Il maestro che insegna all’allievo la sua arte, vive in essa. La storia di Chan Heung è storia di dedizione e ricerca del kung fu, è storia di impegno e sofferenza, è storia soprattutto di rispetto. Rispetto per i grandi maestri, rispetto per le tradizioni. È proprio questo che lo ha spinto a non chiamare lo stile col suo nome, ma con quello di chi gielo aveva insegnato, per ricordare ai posteri ciò che aveva imparato dagli antichi maestri di Shaolin.